videoterminalista

Il videoterminalista e la sorveglianza sanitaria

Il videoterminalista e la sorveglianza sanitaria: due concetti quasi sempre uniti

La sorveglianza sanitaria al videoterminalista è uno degli elementi cardine per un corretto adempimento alla normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro che richiede, infatti, la nomina del medico competente e una visita medica ai lavoratori che vengono considerati, per legge, videoterminalisti. In questa sezione vedremo chi è il videoterminalista, scopriremo il rischio da videoterminali, i disturbi oculo visivi, i disturbi posturali, i disturbi di natura psicologica, la pausa periodica degli obblighi di sorveglianza sanitaria in capo al datore di lavoro per la mansione di videoterminalista.

Videoterminalista, chi è? La definizione di videterminalista secondo la Legge

Secondo la definizione introdotta dall’articolo dall’art. 173 del d.lgs. 81/2008, il videoterminalista è quel lavoratore che fa uso di videoterminali (VDT), ossia di attrezzature munite di schermi alfanumerici e grafici a prescindere dal tipo di visualizzazione utilizzato. La condizione necessaria affinché si rientri in questa definizione e che il lavoratore utilizzi il videoterminale per o più di venti ore la settimana. Al di sotto di questo monte ore il lavoratore non rientra nella definizione e pertanto non deve essere sottoposto alle visite mediche da parte del medico competente.

La definizione di videoterminalista può strappare un sorriso ai più giovani, tuttavia va ricordato che questa definizione ricalca le disposizioni di Legge contenute nel precedente testo, risalente agli anni 90, e la parola videoterminalista è stata semplicemente trasportata nel testo unico in materia di sicurezza sul lavoro, decreto 81 2008 e s.m.i. e da lì non è stata fatta più alcuna evoluzione di questo termine così arcaico.

Il rischio VDT (rischio videoterminali)

Il rischio VDT è valutato con estrema attenzione dalla attuale normativa in quanto rappresenta indubbiamente uno dei principali rischi ai quali sono esposti i lavoratori italiani. È infatti scontato che la maggior parte delle persone che lavora all’interno di un ufficio sia esposta al rischio videoterminali – anche chiamato rischio VDT.

Tale tipo di lavoratore può andare incontro a specifici disturbi, per questo la normativa vigente sulla salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, decreto 81 2008, vi dedica l’intero titolo VII, articolato in tre capi. Più specificatamente, l’uso del videoterminale può comportare disturbi di tipo visivo, posturale oppure psicologico ma anche muscolo scheletrici. Ragione per cui, il datore di lavoro ha l’obbligo di adottare tutte le misure adeguate a prevenirli. Oltre alle misure di prevenzione più classiche, quali ad esempio l’organizzazione del posto di lavoro, il datore di lavoro ha l’obbligo di sottoporre a sorveglianza sanitaria i videoterminalisti. In questo caso le visite mediche sono di norma concentrate su tre aspetti: la visita medica generale, il controllo della vista ed il controllo dell’apparato muscolo scheletrico.

Pausa nel lavoro del videoterminalista

Molto importante è poi il tema legato alla pausa che periodicamente deve essere fatta nel momento in cui si usa il videoterminale. La pausa, secondo le indicazioni del decreto 81 2008, non è rappresentata da una astensione dall’attività lavorativa ma piuttosto da un cambio di mansione: 15 minuti ogni 2 ore di lavoro “continuativo”. La genesi di questo concetto risale, ancora una volta, agli anni 90 e non al decreto 81 2008, nei quali il videoterminalista era effettivamente chiamato a lavorare per l’intera giornata di fronte allo schermo – come un automa. Oggi parlare di pausa nel lavoro di videoterminale perde molto di senso in quanto la normativa indicava l’obbligo di cambio mansione ogni due ore di lavoro “continuativo” ovvero ininterrotto ed oggi l’idea di riuscire a fare due ore consecutive senza alcun tipo di interruzione è forse quasi una utopia.

I rischi: i disturbi oculo visivi per il lavoro del videoterminalista

I disturbi visivi del videoterminalista si manifestano sotto forma di bruciore, arrossamento, pesantezza, tensione, deficit della messa a fuoco o vista annebbiata (si può andare incontro a casi di astenopia o miopizzazione transitoria). Tutto ciò, quando non si utilizzano schermi rispondenti a basici requisiti di luminosità, di contrasto o di altro tipo. Va ricordato che, contrariamente al passato, i disturbi oculo visivi non sono indotti dall’uso dello schermo ma bensì dall’uso non corretto dello stesso. I moderni monitor, infatti, riducono, se non addirittura azzerano, qualsiasi tipo di emissione nociva per la salute e i problemi del passato, quando in monitor a tubo catodico e fosfori verdi dominavano gli uffici, sono solo un lontano ricordo. I problemi alla vista derivanti dall’uso del videoterminale sono legati ad un uso non corretto dello stesso, non al mero utilizzo. Basta infatti correggere alcuni semplici parametri di illuminazione migliorando l’ergonomia del posto di lavoro per eliminare questo problema.

I rischi: i disturbi posturali per l’uso del videoterminale

I disturbi posturali, invece, dipendono dalle caratteristiche del sedile, dalle dimensioni del piano di lavoro oppure dalla presenza o meno di strumenti che possano agevolare l’utilizzo del videoterminale. In questo senso bisogna prestare molta attenzione alla organizzazione del posto di lavoro curando in maniera dettagliata l’uso della sedia, l’uso della postazione di lavoro nonché le dimensioni degli spazi lavorativi. in questo momento, nel quale molte persone stanno lavorando in smart working, è facile ricorrere ha sedie domestiche per lavorare da casa – sebbene il decreto 81 2008 lo vieti. Questo rappresenta tuttavia un problema molto evidente di carattere posturale in quanto le sedute domestiche non sono strutturate per il mantenimento della posizione lavorativa per lunga durata. Tra i consigli più utili per pervenire questo genere di problema cioè indubbiamente il fatto di verificare attentamente la postura quotidiana (come ad esempio l’altezza della scrivania) ed eventualmente praticare esercizi di allungamento alla schiena.

I rischi: i disturbi di natura psicologica

Ultimo ma non meno importante tema che riguarda l’uso dei videoterminali è riferito ai disturbi di natura psicologica che possono essere indotti dall’uso dello strumento. In particolare, si fa riferimento a disturbi quali ansia, nervosismo, irritabilità, demoralizzazione o alterazione dell’umore che possono essere indotti dalla mansione di videoterminalista. Questi elementi sono collegati al rischio stress lavoro-correlato. Gli elementi correttivi che possono essere attuati in questo caso sono in realtà facilmente identificabili in quanto è sufficiente un’analisi del lavoro quotidiano per identificare questi problemi. elementi banali, come ad esempio uno schermo troppo piccolo oppure un computer eccessivamente lento nella risposta agli input possono essere, alla lunga, elementi stressogeni.

Gli obblighi di sorveglianza sanitaria al videoterminalista

Gli obblighi di sorveglianza sanitaria al videoterminalistaPer tutelare il videoterminalista, il datore di lavoro ha l’obbligo di analizzare attentamente il suo posto di lavoro, tenendo in considerazione i rischi che ne possono derivare per la vista e gli occhi, i problemi legati alla postura e all’affaticamento fisico o mentale, assieme pure alle condizioni ergonomiche e d’igiene ambientale. Oltretutto, il datore di lavoro deve rispettare una serie di requisiti minimi, riportati nell’allegato XXXIV del d.lgs. 81/2008, riguardanti lo schermo, la tastiera e i dispositivi di puntamento, il piano e il sedile di lavoro, e i computer portatili. A tutela della propria salute, chi fa utilizzo di videoterminali ha pure diritto a una pausa di quindici minuti ogni centoventi di attività continuata.

Proprio per prevenire i rischi legati alla vista e all’apparato muscolo-scheletrico, chi svolge un’attività di questo tipo deve essere sottoposto a sorveglianza sanitaria.

Per i lavoratori ritenuti idonei con limitazioni o prescrizioni e per quelli che abbiano compiuto cinquant’anni, la periodicità delle visite mediche è fissata per ogni due anni (salvo le situazioni in cui il medico competente fissa una frequenza differente). In tutti gli altri casi, si è sottoposti a controllo medico ogni cinque anni. Detto controllo medico deve essere effettuato da uno specialista in medicina del lavoro.

Infine, i lavoratori devono ricevere le informazioni e la formazione adeguate al genere di lavoro che vanno a svolgere, facendo uso dei videoterminali.

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